Questa non è una pizza!

Per promuovere il suo nuovo menu, Pizza Hut ha realizzato un simpatico spot: fa assaggiare le sue pizze a un gruppetto di vecchietti e per fare questo si reca direttamente in Italia. Il video è stato girato tra Amalfi e Sorrento, gli assaggiatori ufficiali sembrano non gradire affatto quello che gli viene servito, lo si capisce dalla faccia e soprattutto dai loro commenti.

Spot ironico infatti, dove Pizza Hut si prende in giro e comunque sembrerebbe ottiene lo scopo: comunicare al consumatore la modernità rispetto alla tradizione. La simbologia delle immagini in sequenza sembra parlare chiaro: il video inizia con una cartina dell’Italia che riporta ancora i confini del Regno delle due Sicilie e una voce fuori campo che annuncia “il Vecchio mondo, l’Italia”; strimpellio di mandolino in sottofondo per introdurre i protagonisti rugosi e con i capelli bianchi, che vengono scovati nelle stradine di un paese che sembra abitato unicamente da loro. Sono loro la resistenza al cambiamento, coloro che non apprezzano le novità ma che si accontentano di sapori sempre uguali a loro stessi ormai da secoli. Giocando sugli stereotipi è così che Pizza Hut vuole reinventare la pizza (americana).

Ma a ben vedere questo spot avrebbe ancora tante altre cose da dire, soprattutto sulla qualità del cibo. Con 12.000 ristoranti sparsi in tutto il mondo, Pizza Hut è una delle più grandi catene di ristorazione americana. La pizza non è certo da intenditori di cibo e il suo target non è costituito da gourmet. Ma il grande colosso del fast food sembrerebbe strizzare l’occhio anche a questo aspetto, ma la questione diventa ancora più inquietante se consideriamo i numerosi studi ed inchieste che dimostrano il danno per la salute che possono provocare gli ingredienti e gli elementi chimici (coloranti e conservanti) usati per queste “pizze”.

La qualità deve essere aspetto imprescindibile dalla tradizione o dall’innovazione, molto spesso però questo elemento viene a mancare quando la produzione alimentare e la preparazione dei cibi seguono processi industriali. Il consumatore consapevole accetta sempre di buon grado il cambiamento, ma solo se gli viene garantita la genuinità di quello che mangia.