Intervista a Luciano Proietti: pediatra vegetariano

[I parte: dieta a base vegetale e allattamento e latte specie-specifico]

Abbiamo spesso parlato di alimentazione e bambini. È un argomento che merita molta attenzione. Nella società occidentale il rischio di obesità è altissimo. Okkio alla Salute, sistema di sorveglianza in età infantile del Ministero della Salute, stima che in Italia tra i 6 e gli 11 anni più di un bambino su tre ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per la sua età: il 12% dei bambini risulta infatti obeso, mentre il 24% è in sovrappeso.

Se si parla di malnutrizione nel nord del mondo non ci si riferisce più alla denutrizione, ma al contrario all’eccessiva e scorretta assunzione di cibo, in modo particolare di grassi e proteine.

Ma mentre i gentori, rari, che sbagliano per difetto, cioè non danno abbastanza da mangiare ai propri figli rischiano il tribunale e la condanna mediatica (giustamente); quelli, tantissimi, che sbagliano per eccesso e si trovano ad avere figli obesi già dalla tenera età li si consola e compatisce (ingiustamente).

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Un particolare tipo di dieta è spesso al centro del dibattito: quella priva di carne o di cibi di origine animale. Genitori vegetariani e vegani si trovano spesso di fronte al dilemma se proporre anche ai figli la stessa alimentazione.

Per cercare di capire gli aspetti positivi e i rischi di un’alimentazione vegetariana (o vegana) nei bambini, abbiamo chiesto il parere di un professionista. Luciano Proietti, è padre di tre figli, ormai adulti, un pediatra e esperto di nutrizione che dal 1975 conduce ricerche sull’alimentazione vegetariana nel bambino presso il centro di auxologia della clinica pediatrica dell’Università di Torino. mqdefault

Dott. Proietti, i bambini possono fare a meno della carne?

Partiamo da un fatto: il cibo è un elemento importante per la sopravvivenza. Non esiste nessun alimento indispensabile per la crescita e la salute umana. Si può vivere tutta la vita senza carote. Senza frutta. E anche senza carne. L’importante è assumere tutti i nutrienti necessari. Attualmente non esiste più il problema della sopravvivenza, ma della scelta del cibo, scelta che è influenzata dalla cultura e dall’economia.

 I bambini quindi possono essere vegetariani?

Io eviterei di parlare di vegetariani o vegani. Parliamo di dieta a base vegetale. Questa è la giusta espressione dal punto di vista fisiologico. Senza che intervengano connotazioni ideologiche.

 Cosa significa “dieta a base vegetale”?

È un tipo di alimentazione che riduce al minimo l’assunzione di cibi a base animale. Parlare di dieta a base vegetale significa porsi dal punto di vista della salute e dei fabbisogni biologici dell’uomo. A volte le filosofie vegetariane e vegane rischiano di essere poco salutiste, nel senso che mettono l’ideologia al primo posto e la salute al secondo.

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Allora una dieta a base vegetale è quella indicata per l’uomo e anche per i bambini?

Sì, dal punto di vista della fisiologia, di come l’essere umano è fatto. Se si guarda all’anatomia e alla fisiologia dell’uomo comparate ad altri animali, dalla cavità orale, all’esofago, dallo stomaco, all’intestino, l’uomo non è né carnivoro, né erbivoro, né onnivoro. È, come tutti i Primati, un frugivoro, ossia mangiatore di semi, frutti radici, foglie verdi in quanttà limitata e insetti.

Dobbiamo cibarci solamente di semi e frutti?

Dico che l’introduzione di cibi animali nella storia evolutiva dell’uomo è recente. Fu con la domesticazione degli animali che l’uomo cominciò a consumare carne in modo più regolare, seppur saltuariamente, imparando anche a conservarla. Fu poi nel Medioevo che si instaurò una cultura della carne associata a quella del guerriero. Dagli studi emerge che a permettere l’evoluzione dall’uomo primitivo a quello moderno non sia stata la carne, di cui si era sempre nutrito salturiamente, ma i grassi polinsaturi a catena lunga omega3, presenti nelle alghe, in molluschi e crostacei, e carbodrati attraverso il glucosio, frutta, verdura, cereali e legumi.

Torniamo ai giorni nostri. Quando è consigliabile iniziare lo svezzamento e quali cibi sono consigliabili per il bambino?

Facciamo un passo indietro. Prima di tutto bisogna parlare del latte materno. Prima ho detto che nessun cibo è indispensabile. Non è del tutto corretto. Esiste solo un alimento indispensabile nella vita di un uomo: il latte materno. Alimento completo è la fonte principale di sopravvivenza del cucciolo di uomo. Il bambino è un lattante fino a 6-7 anni.

L’industria alimentare e la pediatria ufficiale tendono a far iniziare lo svezzamento prestissimo già dal quinto mese. È una forzatura della natura. Il latte dovrebbe essere l’alimento principale e del bambino fino a due anni. A quel punto si possono introdurre altri cibi, ma continuando ad alternare con l’attamento.

Lattante fino a 6 anni: non è troppo?

Per la società, forse. Non per la fisiologia. Ci sono vari elementi che lo indicano: i denti da latte, ad esempio, che si cambiano a quell’età e l’apparato digerente che cambia e vengono a mancare gli enzimi in grado di digerire il lattosio.

L’allattamento alla mammella presenta diversi vantaggi: assenza di rischi di infezioni da inquinamento, temperatura del latte ottimale, assenza di otiti da risalita dei germi nella tuba di Eustachio per la posizione profonda del capezzolo nella gola durante la suzione.

Purtroppo i bambini smettono presto di assumere il latte materno, e a volte nemmeno iniziano. Restano però lattanti tutta la vita.

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http://associazionedideeonlus.wordpress.com/2012/11/20/ad-ognuno-il-suo/ 

In che senso?

Siamo l’unica specie animale che si nutre di un latte che non è specie-specifico. Noi assumiano latte di mucca, principalmente, a volte di capra o di asina. Ma questo tipo di alimento per le sue caratteristiche di composizione è un cibo peculiare della prima età e specie-specifico. Il suo uso incongruo, oltre l’età infantile e non della propria specie può provocare fenomeni di intolleranza che vanno dalla reazioni allergiche tipiche (dermatiti, eczemi, asma, rinite) all’anemia, eccessiva perdita d calcio con le urine, stitichezza…

Dunque la regola dovrebbe essere: ad ogni mammifero il suo latte.

Alla luce di quanto letto finora, cosa possono mangiare i bambini all’inizio dello svezzamento? Una dieta a base vegetale è completa? Non si incorre nel rischio di carenze? Ferro, vitamina D e vitamina B12 sono i tre elementi da tenere sotto controllo e che spesso mancano nelle persone vegetariane o vegane, che per assumerle fanno uso di integratori. Non è un controsenso affidarsi ad un’integrazione farmacologica, quando questi elementi si possono assumere dalla natura con l’assunzione di carne o di derivati animali?

Proveremo a dare una risposta a queste e altre domande nella seconda parte dell’intervista al dott. Proietti. A lunedì prossimo con la rubrica “Mamme e Papà green”.