Expo 2015 e le multinazionali del cibo

Alimentazione e nutrizione saranno i temi di Expo 2015, argomenti che, almeno nelle intenzioni, verranno trattati nei loro aspetti economici e sociali, ma soprattutto etici: come sfamare l’umanità tutta in modo sano e sostenibile, salvaguardando le diversità culturali e senza impoverire le risorse ambientali. Questi principi però non sembrano conciliarsi con il coinvolgimento di numerose multinazionali del cibo e della ristorazione.

Mc Donald’s è stato scelto come sponsor ufficiale dell’evento, la multinazionale che nell’ultimo anno ha anche registrato una calo di affari, ha per anni rappresentato l’esatto contrario degli ideali che animano l’Expo: un sistema che produce cibo “spazzatura” con logiche industriali ma a buon mercato, in più occasioni coinvolta in inchieste riguardante la salubrità dei suoi prodotti, molto più attenta alla vendita del proprio marchio piuttosto che alle proprietà nutritive dei suoi panini, senza considerare le proteste dei suoi dipendenti per le condizioni di lavoro e i mancati adeguamenti salariali. Laddove non è arrivata con l’appiattimento delle culture alimentari, la Mc Donald’s è venuta in contro ai sapori dei vari paesi con tentativo goffi e mal riusciti. In Italia è stato coinvolto addirittura il decano degli chef, Gualtiero Marchesi pubblicizzò infatti un panino da gourmet ritirato dal mercato in tempi record visto che non raggiunse le vendite sperate.

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Gualtiero Marchesi e il team Mc Donald’s

Può essere anche giusto coinvolgere una catena di ristorati, simbolo sì della globalizzazione alimentare, ma che comunque sfama milioni di persone in tutto il mondo. Ma la catena di fast-food, avrà un padiglione ristorante che racconterà ”le filiere agricole italiane partner del marchio globale”. Il junk food che presenta le eccellenze agricole quindi.

Altro sponsor eccellente di Expo 2015 sarà la Coca-Cola, esattamente sarà Official Soft Drink Partner. Ancora una multinazionale diffusa a livello mondiale e che ha ispirato diversi studi scientifici che ne dimostrano la sua pericolosità della famosa bevanda. Dalle ricerche emerge che alcuni ingredienti nella Coca-Cola, come ad esempio l’aspartame, sarebbero addirittura cancerogeni. Le associazioni dei consumatori di alcuni paesi ne chiedono la proibizione sul loro territorio nazionale, o almeno l’elencazione sull’etichetta degli elementi dannosi per la salute.

Per quelli che invece non gradiscono le bibite gassate ma vorrebbero un bel bicchiere d’acqua fresco e dissetante, potrannorecarsi al padiglione svizzero che sorgerà proprio accanto a quello dell’Italia. Nel paese che ha votato contro la privatizzazione dell’acqua non troveremo l’azienda municipalizzata a capitale pubblico, ma bensì un’altra multinazionale: la Nestlè. Se poi siamo fortunati possiamo avere l’onore di stringere la mano al suo top manager Peter Brabeck che ha dichiarato che l’acqua non è più un diritto ma una merce e visto che le risorse idriche del pianeta si stanno esaurendo è meglio affidare questa risorsa ai privati, quindi al mercato.

Peter Brabeck
Peter Brabeck – CEO Nestlè

Non deve passare inosservata la mancata presa di posizione di organizzazioni come Legambiente e Slow Food, che pure hanno fortemente sostenuto la candidatura di Milano. Da sottolineare anche la cementificazione di mille ettari di terreno agricolo che stride con lo slogan “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

cantieri Expo 2015
Cantieri Expo 2015

Expo 2015 nasce nel segno delle contraddizioni, dove sostenibilità, rispetto delle diversità ed etica sembrano concetti astratti, totalmente lontani dalle politiche delle aziende coinvolte. Un immenso affare ma soprattutto un raffinato dispositivo di propaganda che concepisce sempre di più, nei fatti, il cibo e come “merce”.